Codici e aspettative di genere

Con queste parole di Rosenberg vorrei aprire una finestra sul profondo problema dei codici di comportamento culturali e le aspettative di genere e sui loro mandati inconsci.

Qui leggiamo la testimonianza di un uomo HSP cresciuto nella credenza limitante che la sua sensibilità fosse qualcosa da rifiutare, perché “non maschile”, qualcosa di atipico, di cui vergognarsi.

Nell’immaginario culturale standard la sensibilità viene confusa con l’emotività e quindi tacciata di volubilità, di debolezza, tutto il contrario di quello che dovrebbe essere “un vero uomo”: solido, affidabile, potente e quindi quasi privo di quei sentimenti che potrebbero portarlo fuori strada.

Qui gli errori e le catene che ci vengono lanciate addosso sono molteplici, a cominciare dalla parzialità di sguardo con la quale ci si approccia a questi vocaboli.

Cosa accade a un bambino immerso in una realtà che continua a dirgli come dovrebbe essere?

Che inizia a formare una spaccatura interna tra ciò che è e ciò che vorrebbe emulare. In quello spazio si inserisce tutta la possibilità di vivere una vita lieta, perché autentica o percorrere un’esistenza zoppa, dove l’ansia e il senso di smarrimento camminano accanto.

Questo è un tema complesso, impossibile da sviscerare in poche righe ma è essenziale andare a guardare come la tua Alta sensibilità è stata accolta da bambino, quanto spazio hai sentito di poterle dare. Perché influenzerà inevitabilmente il tuo approccio verso tutti i temi ad essa correlati e quindi anche i rapporti extrapersonali.

Non aver potuto vivere le proprie emozioni può portare a un rifiuto viscerale verso chi le manifesta, i bambini o le stesse caratteristiche nel femminile… questa esperienza si inserisce duramente e inesorabilmente nei legami che intessiamo con gli altri, determinandoli.

Pensa a un genitore PAS che non ha avuto modo di accogliere questo lato di sé, che si è sempre preoccupato di nasconderlo come fosse un fardello, stiracchiando la sua complessità perché si formattasse a ciò che pensava di dover essere.

  • Come vivrà l’Alta sensibilità del figlio?
  • Quali emozioni (non colte, non chiarificate) emergeranno in lui e come, tutto questo inconscio, peserà nella relazione genitoriale?
  • Come guiderà le azioni e i comportamenti messi in atto dall’adulto verso quel bambino?

Anche senza scomodare esempi patologici (che pure ho avuto modo di guardare),

un adulto che non ha considerato l’influenza del suo tratto, agirà verso il suo bambino o in maniera troppo protettiva o, all’inverso, spronandolo costantemente. Come conseguenza il bimbo svilupperà insicurezza verso di sé e paura del mondo o incapacità di ascoltare i propri bisogni e limiti perché continuamente invitato a superarli.

Ciò che non è riportato su un piano di consapevolezza, lavorerà in noi in modo inconscio, conducendo a quel famoso “solco di terreno tracciato” dove penseremo di star vivendo liberamente le nostre scelte quando invece si è guidati dai legacci strettaci addosso durante tutta la vita.

Il mio invito è di iniziare da subito a lavorare su questa consapevolezza, seguendo il percorso che più senti giusto per te, anche con me se hai piacere!

Se vuoi approfondire scrivimi pure!