
È un sentimento piuttosto comune alle persone altamente sensibili sentirsi, o essersi sentite, fuori posto in diverse circostanze della vita.
Questo può portare a pensieri di disistima verso di sé, a immaginarsi troppo fragili, sbagliati, con qualcosa che sostanzialmente non va. Si genera un circolo vizioso per cui il disagio causato dal non stare bene in situazioni che- per la maggior parte delle persone- non sono un problema, alimenta un rancore e un’inimicizia ultima verso la propria natura. La reazione, solitamente, è di inabissare i segnali di disagio del nostro corpo, in un tentativo di adeguamento e di imitazione della maggioranza.
Quello che voglio fare io, invece, è fornirti una chiave di lettura diversa. Vorrei mostrarti come le emozioni che provi hanno un senso, ognuna di loro, anche quelle più scomode: lavorano per te, per restituirti a chi sei veramente. Prese sul serio sono la strada per tornare ad abbracciare la tua autenticità.
Le persone altamente sensibili hanno un codice di valori interno diverso da quello proposto dalla cultura dominante ed è fondamentale conoscerlo e tenerlo a mente per poter compiere delle scelte in linea con i bisogni della nostra vera natura.
Le informazioni che seguono sono tratte dal percorso di HSP-Empowerment del Corso HST del 2021, tenuto dalla dottoressa Elena Lupo e collaboratori.
Le richieste dell’ambiente, dal lavoro alle pressioni intorno alla figura del “buon genitore”, si basano molto sulla performance, il giudizio, la competizione, il risultato, il seguire uno sguardo orientato al di fuori di noi (cioè cosa vuole l’altro, cosa mi dice l’altro, senza ascoltare se stessi).
I valori legati all’identità hanno al vertice il fare, poi l’avere e infine l’essere. Ovvero la persona è soppesata innanzitutto per quello che fa, poi per quello che possiede e in ultimo per quello che è. Questo “fare, fare, fare” così correlato alla fretta e a quel retrogusto di rimanere sempre un passo indietro- di non essere mai abbastanza, tipici della nostra epoca.
Le caratteristiche predilette dalla cultura dominante sono veicolate attraverso ogni mezzo già dalla prima infanzia e, di conseguenza, determinano i criteri con i quali ci giudichiamo, come scrivevo qui.
Nella cultura occidentale, per esempio, sono particolarmente avvantaggiate le persone estroverse. Fin da bambini abbiamo assorbito il messaggio che il modello temperamentale “giusto”, vincente, preferito, sia quello di chi è esuberante, di chi si butta, è socievole e brillante.
Ricordo un gelataio che alcuni anni fa, per farmi un complimento disse: <<Congratulazioni per tua figlia, mi piace così estroversa, non è musona come tutti quei bambini timidi>>. Da ex bambina introversa e piuttosto inibita nei contesti sociali, mi sentii davvero ferita, giudicata perchè incompresa nella bellezza del mio tratto temperamentale.
Questo avviene, molte volte, già tra le quattro mura di casa, attraverso lo stile educativo.
Prendiamo le relazioni basate su un disequilibrio di potere tra l’adulto e il figlio, dove il bambino risponde al volere del genitore semplicemente perché lo ha detto lui: <<È così perché lo dico io!>>. Viene educato ad avere uno sguardo, anche morale, orientato all’esterno di lui (esattamente l’opposto di ciò che naturalmente sarebbe portata ad agire una persona altamente sensibile). Eppure è l’approccio più usato anche sul luogo di lavoro: è ancora piuttosto raro trovare un’occupazione dove il dirigente crea un clima collaborativo, basato sull’ascolto e sulla responsabilità nata dai punti di forza di ognuno.
L’Alta sensibilità, invece, ha una modalità di funzionamento per la quale “l’essere” è al primo posto, seguito dal fare e, in ultimo, l’avere.
Per noi “essere profondamente” in ciò che facciamo è imprescindibile per stare bene. Le esperienze nelle quali ci implichiamo devono restituirci un significato profondo, spesso riguardante un bene collettivo. È il motivo che ci fa sentire con urgenza il tema della vocazione, ed è anche la ragione per cui, se riscoperto e valorizzato, il nostro tratto può essere così prezioso per gli altri (non a caso nella storia noi rivestivamo sempre il ruolo di consiglieri e guide).
Ma cosa concorre a creare quell’ambiente necessario alla nostra fioritura?
Il primo punto, nella nostra scala di valori, è il senso di sicurezza. Sicurezza anche emotiva, di sapersi accolti lì dove siamo, di potersi concedere degli aspetti di routine che facilitino il tenere sotto controllo la veloce sovrastimolazione. Poter avere questa sicurezza rispetto alla sovrastimolazione determina moltissimo la qualità della vita.
La comunicazione è al secondo posto: sentirsi coinvolti, avere la possibilità di esprimere il proprio punto di vista rimanendo connessi all’altro. Aiuta a mantenere quella “giusta distanza” dove entrambe le parti convivono restando autentiche.
Segue l’assenza di giudizio, fattore che si manifesta moltissimo nei bambini. Sentirsi sotto lo sguardo del giudizio, manda fortemente in crisi le HSP, in un logorio che abbassa di molto le performance e le effettive capacità della persona. I talenti personali per sbocciare devono trovare una motivazione interna, non essere sottoposti a valutazione (concetto correlato all’istruzione e alle scuole).
Siamo orientati al processo piuttosto che al risultato. Ovvero la nostra attenzione si sofferma al come arriviamo alle cose, ad analizzare la strada, a sostare sui particolari, non solo a raggiungere la meta.
Abbiamo uno sguardo orientato all’interno, introspettivo, in antitesi a quello esterno proposto dalla società. Abbiamo bisogno di cogliere le motivazioni profonde in noi per implicarci, senza soccombere, nelle cose. Preferiamo un criterio interno di decisione. Questo aspetto è importantissimo nell’educazione, nel rapportarci con i bambini, perché obbedire agli ordini impartiti dall’esterno senza possibilità di comprenderne le ragioni, comporta uno stress enorme.
Quindi, per noi genitori HSP e per i nostri bambini, creare un ambiente domestico basato sulla collaborazione, su una comunicazione empatica e assertiva, su rapporti rispettosi- fondati sulla fiducia e la collaborazione, è importantissimo per il benessere e lo sviluppo futuro del tratto nella vita adulta dei nostri figli.
Se vuoi lavorare con me su tutti questi temi, affrontati nello specifico della tua situazione personale e famigliare, riscoprendo il tuo potenziale e le risorse- bellissime- che già hai, contattami per una chiamata gratuita e senza impegno!