Le punizioni educano?

Mio figlio impara dalle punizioni?

Certo che impara dalle punizioni! Il punto è: che cosa impara?

  • A temere le reazioni dei propri genitori,
  • a disistimarli (perché, diciamolo, la punizione data serve a noi adulti, è una scorciatoia per portarci via da una situazione che ci crea disagio),
  • a dissimulare, a sentirsi inadeguato e non voluto,
  • a provare vergogna, senso di ingiustizia e umiliazione,
  • a provare rancore e rabbia e ad aver paura  di questi sentimenti;
  • a sentirsi profondamente solo nel districarsi in questa tempesta emotiva,
  • a imparare a usare, a sua volta, la propria posizione di supremazia per imporsi sugli altri.

La punizione spezza il legame di relazione tra l’adulto e il bambino.

Potresti trovarti a domandare: e allora come lo educo mio figlio, come faccio a fargli capire quando sbaglia?

Mostrandogli le conseguenze naturali alle sue azioni. Il sistema causa-effetto.

Se il pavimento della sua camera è ricoperto di giochi la causa naturale è che non riuscirà a camminarci comodamente e che rischierà di rompere qualcosa calpestandolo e facendosi male. Invece, non è una conseguenza naturale che i giochi finiscano fuori dalla finestra. Se ha urlato una parolaccia rivolto al suo amico la conseguenza naturale è che quest’ultimo potrebbe non avere più voglia di giocare con lui.

È una causa naturale anche la rabbia che si scatena nel genitore a seguito di un comportamento “sbagliato” del bambino? Non proprio, l’azione compiuta da un altro ha delle conseguenze in me ma la responsabilità del mio sentire è solo mia. Ti invito a leggere l’articolo che ho scritto sui bisogni dove approfondisco questo aspetto.

In questo processo di comprensione noi possiamo essere degli accompagnatori, ai quali i bambini possono sentire di dare fiducia, quando togliamo il giudizio e facciamo attenzione a non cascare nel ricatto.

La scelta è sempre nostra, come la responsabilità che da essa deriva.

Cosa scelgo di insegnare a mio figlio?

Posso anche sottrarmi alla fatica ricorrendo alla punizione ma la responsabilità delle conseguenze è mia, è importante non caricare questo peso sul bambino.

Si educa a lungo termine per me. I frutti di questa maggior fatica che sembro fare adesso è probabile che li raccolga un domani quando il legame di stima e fiducia tra me e mio figlio sarà ancora integro. Ma vorrei anche aggiungere che, per quanto mi riguarda, è estremamente faticoso anche il cammino del non ascolto, delle relazioni di potere… credo che comporti un grandissimo dispendio di energie.

I bisogni profondi dell’uomo sono dall’inizio dei giorni gli stessi: a tutti corrisponde il desiderio di essere visti e rispettati, quindi- per imparare lo stesso metodo proposto ai bambini- qual è la conseguenza naturale di questa seconda forma di “educazione”? La ribellione, il nascondimento, la solitudine, l’impossibilità di portare in famiglia chi sei veramente.

La consapevolezza e la responsabilità sono ciò che fanno di noi adulti dei veri adulti e non solo delle persone cresciute anagraficamente.

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