Empatia, stare accanto ai sentimenti dell’altro

Vorrei parlarti di empatia con l’ausilio di un libro “per bambini” che trovo, invece, di grande insegnamento per noi adulti:

“Ascolta” di Cori Doerrfeld

Un bambino di nome Timmy è concentrato a costruire qualcosa di unico, speciale, nuovo, incredibile! E ci riesce! Guarda, orgoglioso e soddisfatto, il suo lavoro ma all’improvviso…

Eccolo quel turbinio di stati d’animo, emozioni e sensazioni, che riempie il corpo tutto in una volta. Timmy ne è sovrastato. Sente tutto e tutto insieme anche se non sa ancora di preciso “cosa sente”.

I personaggi rappresentati

Ed arriva la gallina, lei è la prima figura a comparire. Subito si mette a starnazzare l’importanza di trovare parole per quello che è accaduto! Ma Timmy in quel momento non vuole parlare e l’animale se ne va risentito.

Poi arriva l’orso che lo invita ad arrabbiarsi per l’ingiustizia vissuta!

L’elefante lo sprona a non preoccuparsi, basterà ricordarsi come stavano i pezzi, lo aiuta volentieri lui a rifarlo,

la iena vorrebbe che Timmy ci ridesse su, la mamma canguro è per buttare via tutto, lo struzzo per nascondere la testa e far finta che nulla sia accaduto, il serpente propone di far lo stesso a qualcun altro…

Tutti hanno un pensiero diverso su come Timmy dovrebbe vivere e superare quel momento e ognuno parte da sé e dalle proprie peculiarità.

Alla fine tutti pensano che Timmy sia proprio un ingrato a non cogliere il loro aiuto e se ne vanno lasciandolo solo.

Il coniglio

Nel silenzio Timmy non si accorge dell’arrivo del coniglio, fin quando non avverte il calore del suo corpo lì vicino. L’animale rimane semplicemente a contatto con lui, in silenzio ed è il bimbo che a un certo punto, quando ne sente l’esigenza, domanda: <<Stai con me, per favore>>. E lui lo fa. Ascolta Timmy che adesso tira fuori quelle parole preziose per la gallina; lo ascolta gridare la sua rabbia come voleva l’orso, lo ascolta ricordare con chiarezza come era la sua costruzione, lo ascolta riderci su e pensare di nascondersi per non vedere cos’è successo, lo ascolta decidere di buttare via tutto e lo ascolta quando progetta di far passare lo stesso incidente a qualcun altro. E infine ascolta Timmy quando racconta il proposito di voler riprovarci di nuovo: costruirà qualcosa di stupefacente!

Il messaggio è chiaro: Timmy riesce a mettere in pratica i consigli elargiti dalle figure incontrate in precedenza solo dopo aver compiuto una personale elaborazione di ció che sentiva.

Perché questo avvenga sono necessarie due componenti: il silenzio e la vicinanza che permettono l’accesso alla capacità di ascoltare davvero. Vicinanza che è anche fisica, corporea; mi piace molto il gesto delle mani disegnato: come il coniglio tiene tra le sue la mano del bimbo, sorridendo con (e per) lui.

Credo che quasi tutti i genitori vorrebbero sviluppare nel proprio bambino la capacità di vivere, elaborare e trovare da solo la soluzione al problema, magari rimboccandosi di nuovo le maniche. Questo libro ci ricorda che delle volte “fare meno” ma con presenza, è la risposta più efficace.

L’intervista all’autrice

Ho letto un’intervista all’autrice, spinta dalla curiosità di scoprire come le fosse nata questa idea. Racconta che si pose la domanda di come poter stare accanto a qualcuno che ha perso un figlio. E che questo le ricordò una lettera, scritta dal suo ragazzo del liceo, in cui le veniva raccontato del conforto ricevuto dai conigli di casa dopo la morte improvvisa del fratello. La vicinanza discreta e rassicurante delle bestiole, più che la presenza di altri, gli avevano permesso di elaborare ciò che sentiva. Mi ha toccata molto il suo pensiero finale:

“ciò che ho imparato scrivendo questo libro è che anche i momenti in cui ci sentiamo più impotenti possono portare a qualcosa di positivo. Mi ha aiutata a ricordare di fare sempre del mio meglio per ascoltare le persone intorno a me”.

 Che cosa ne pensi, ti è stato utile? C’è uno degli animali dove ti identifichi di più? Qual’è? 

Nel leggerlo, la prima volta, mi sono rivista nella figura della gallina e ho riflettuto su quanto il mio tentativo di educare mia figlia a un ascolto e una familiarità con le emozioni, delle volte può essere invadenza dei suoi spazi.

 

Pubblicità

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...