Dove sei adesso? Due libri sulla morte del proprio animale domestico

Vorrei parlarti di due albi illustrati che, presi insieme, possono accompagnare nelle emozioni che seguono il lutto per la perdita di un proprio animale domestico

La prima storia si trova all’interno di un volume che racchiude 6 racconti, è la storia di Diana, ambientata in inverno, tra caldarroste, camini accesi e tanta neve, tratta dal libro: 

“Sei piccole amiche” di Peter Holeinone.

Diana diventa amica di Lupo che a un certo punto sente il richiamo dei suoi simili e torna nel bosco; (sì, c’è molto di Jack London) ma poi prova a tornare indietro dalla “sua” bambina.

In questo racconto i sentimenti descritti non sono solo quelli degli uomini ma ci sono due pagine, difficili da affrontare, che riguardano proprio l’amore di queste creature per noi che li accompagniamo spesso per tutto l’arco della loro vita (generalmente più corta della nostra).

Di questa storia ho imparato ad apprezzare la scrittura a tratti cruda, che non risparmia nulla e riporta i fatti così come accadono e le emozioni con la portata reale di come si attraversano. Un animale amato che a un certo punto non c’è più lascia un vuoto e una vertigine che davvero solo il tempo in parte può lenire. Si trova descritto proprio ciò che un lutto porta a vivere.

“Lei si sentiva sola, da quando Lupo l’aveva lasciata. Giorno e notte sentiva un dolore sottile, quasi sul petto, dove c’è il cuore, qualcosa di indefinibile come una mano che la stringesse.”

La vicinanza delle persone care

La posizione delle compagne di Diana è un insegnamento prezioso da lasciare ai bambini. Loro non hanno la pretesa di poter capire fino in fondo cosa l’amica stia attraversando, la portata del suo dolore, non vogliono sminuirlo né indurla a lasciarselo presto alle spalle. Semplicemente ci sono. Sono lì per lei.

La morte e il dolore in questa storia sono rappresentati in tutta la loro realtà, nel dualismo tra grazia e lacerazione. Per i bambini è un viaggio dentro un’emozione spesso censurata o edulcorata quando invece è qualcosa di concretamente familiare.

P.S.= consiglio comunque di leggere prima la storia da soli per valutare se proporla già al proprio bambino.

Il secondo libro è:

 “Tutto il mio mondo sei tu” di Jimmy Liao,

un libro che ho comprato per me.

È una storia molto diversa da quella presentata prima. Se nel diario di Diana era la realtà a emergere , la poetica di Jimmy si avvale invece del regno della fantasia, riportato nello spazio onirico del sogno (sono le pagine incorniciate dal colore grigio).

Attraverso le immagini e le poche frasi raccontate in prima persona si compie il viaggio di una bambina dentro l’accettazione della morte del suo cane. Un viaggio sostenuto dagli incontri con altri che, come lei, hanno attraversato il dolore della perdita (seppure in diverse modalità).

 Non so se è un libro per bambini ma lo è sicuramente per i bambini che abitano gli adulti.

“Perché se ne è andato?”,

“Cos’è il paradiso, è un posto divertente? Perché, una volta là, nessuno torna più indietro?”,

“Perché solo io divento grande, mentre il cagnolino nero è dovuto invecchiare?”,

 “Davvero i ricordi svaniranno? Io voglio che il cagnolino nero resti sempre nel mio cuore. Per sempre.”

Trovo che l’autore abbia infuso in queste pagine l’animo puro di un bambino di fronte alla morte. Questo libro l’ho comprato per me, come scrivevo più su, perché mi sono scoperta a leggerlo non con la mia parte adulta ma con quella bambina, ancora indissolubilmente legata al suo Amico.

È un libro che fa salire un groppo in gola ma che sul finale abbraccia quel pianto per trasformarlo in lacrime di amore e gratitudine. Jimmy Liao si congeda dal lettore lasciandogli una speranza calda nel cuore: chi è stato amato e ha ricambiato il nostro amore non ci lascia mai

In conclusione

Credo che insieme questi due racconti riescano a spaziare in ogni angolino di bisogno: non censurano il dolore, riportano i fatti così come accadono, insegnano l’impotenza e chiudono con una nota di gratitudine e di speranza. 


I bambini sanno stare nel dolore, forse più di molti adulti, perché non hanno fretta di mettere a tacere le proprie domande ed è proprio affrontando queste che alla fine possono trovare la loro personale risposta di pace. 

Lascia un commento